Chiamarla beffa forse è troppo poco. Quella che si profila
all'orizzonte, a meno che il Parlamento non corra subito ai ripari, è davvero
una situazione incresciosa e paradossale. Il problema, solo all'apparenza un
cavillo tecnico, ha in realtà fortissime ripercussioni sulle famiglie e le
persone che hanno visto la propria casa distrutta o seriamente danneggiata durante il violento terremoto del 24 agosto scorso. Infatti i contributi......
economici destinati ai
privati dal governo con il decreto “Interventi urgenti in favore
delle popolazioni colpite dal sisma” non sono immissioni dirette di denaro da
parte dello Stato, ma hanno la particolare forma di detrazioni fiscali,
cioè sconti sulle imposte. Questo dettaglio mette in guai seri proprio i più
poveri, chi cioè avrebbe più bisogno di aiuto in questo momento. Infatti gli
incapienti, cioè coloro che hanno un reddito talmente basso (meno di 8mila
euro l’anno) che non pagano l’Irpef, di quello sconto non può affatto godere e
si trova così nell'assurda posizione di doversi pagare completamente da solo la
ricostruzione della propria abitazione. Tra l’altro la stessa assurdità
riguarda anche il cosiddetto “sisma bonus”, cioè l’incentivo previsto
dalla legge di Bilancio che dovrebbe invogliare gli italiani a
ristrutturare la propria casa con criteri antisismici.
Massimiliano
Sironi, presidente della commissione Diritto tributario nazionale dell’Ordine
dei commercialisti ed esperti contabili di Milano, spiega: “In termini di
efficacia sarebbe stato meglio un intervento diretto dello Stato, ma è evidente
che avrebbe avuto un impatto ben diverso sul bilancio. Il meccanismo della
detrazione non sembra il migliore, se l’obiettivo è la ricostruzione”, continua
Sironi, “prevede troppi limiti e requisiti”. Infatti con un esempio l’esperto
spiega cosa accadrebbe: “Le agevolazioni sono spalmate su cinque quote annuali
di pari importo. Dunque se si spendono, poniamo, 30mila euro per un intervento
importante che dà diritto a un 70% di sgravio, si potranno detrarre dalle tasse
4.200 euro l’anno per cinque anni. Ma per godere interamente del beneficio
serve un reddito superiore ai 19mila euro annui: sotto quella cifra l’Irpef
complessiva risulterà inferiore alla detrazione disponibile”.
Nessun commento:
Posta un commento