Quattro italiani
su 10 vorrebbero possedere un’arma
da fuoco per difesa personale. Vorrebbero la ‘pistola facile’,
insomma, un porto
d’armi senza formalità. Cresce impellente tra la gente la
voglia di sicurezza, e si fa strada l’idea di un fai-da-te della protezione:
secondo l’ultimo rapporto Censis il 39% degli italiani è favorevole a criteri meno rigidi per la concessione di licenze per
il possesso di un’arma da fuoco per la difesa personale.
Il dato è in netto
aumento rispetto al 26% rilevato nel 2015.Secondo il rapporto sulla filiera
della sicurezza in Italia realizzato dal Censis, l'idea di
detenere facilmente una pistola per legittima difesa piace alle persone
con titolo di studio medio basso, il 51% tra chi ha al massimo la licenza
media, e al 41% nella fascia d'età sopra i 65 anni. Secondo il rapporto
realizzato da Censis con Federsicurezza, nel nostro Paese si contavano l’anno
scorso 1.398.920 licenze per porto d’armi, considerando
le diverse tipologie (dal
fucile da caccia al revolver), con un incremento del 20% dal
2014. La crescita più forte si è avuta per le licenze per il tiro a volo (sono
quasi 585.000: +21,1% in un anno), più facili da ottenere. Il Censis stima così
che “oggi complessivamente c’è
un’arma da fuoco nelle case di quasi 4,5 milioni di italiani”.
La concentrazione dei reati in alcune zone amplifica
le paure. In sole quattro province italiane, dove vive il 21,4% della
popolazione, si registra il 30% dei reati denunciati. Capitale del crimine è Milano, al primo posto con 237.365 reati commessi
nel 2016 (il 9,5% del totale), poi Roma (con
228.856 crimini, il 9,2%), Torino (136.384,
pari al 5,5%) e Napoli (136.043,
pari al 5,5%). Anche considerando l`incidenza del numero dei reati in rapporto
alla popolazione, Milano resta
in vetta alla classifica, con 7,4 reati denunciati ogni 100 abitanti, seguita
da Rimini (7,2), la
città di Bologna al
terzo posto (6,6), Torino e Prato (entrambe con 6 reati ogni 100
abitanti). Il
31,9% delle famiglie italiane percepisce il rischio criminalità nella
zona in cui vive. Le percentuali più alte si registrano al Centro (35,9%) e al
Nord-Ovest (33%), ma soprattutto nelle aree metropolitane (50,8%), dove si
sente insicuro un cittadino su due.
La criminalità
continua ad essere ritenuta un problema
grave per il Paese, segnalato dal 21,5% degli italiani, al
quarto posto dopo la mancanza di lavoro, l`evasione fiscale e le tasse
eccessive. Ad essere più preoccupate sono le persone con redditi bassi, che
vivono in contesti più disagiati e hanno minori possibilità di utilizzare risorse economiche personali per l`autodifesa: per
loro la criminalità diventa il secondo problema più grave del Paese (segnalato
dal 27,1%), dopo la mancanza di lavoro.
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